mercoledì 27 dicembre 2017

Tra vigneti e castelli: la magia delle Langhe

Scegliamo il weekend più freddo di questa prima parte dell'inverno per fare questa gita nella zona delle Langhe. Si parte in macchina da Bologna, dove io arrivo in treno da Roma.

Il viaggio di andata è rallentato solo dalla lunga coda determinata dal fiume di macchine che si immette verso il Brennero, per il resto si viaggia bene e spediti verso la nostra destinazione che è l'agriturismo Il Bricco rosso a Farigliano.

Forse fin troppo spediti, visto che a un certo punto mi accorgo - quando siamo già in zona - che le strade sono piene zeppe di autovelox e forse io ho sforato i 50 in un centro abitato! Bah, vi saprò dire...

Il Bricco rosso è un bellissimo casale ristrutturato e colorato di rosso che si erge su una collina (scopro solo in questo momento che questo è il significato di “bricco”) e che domina a 360° il paesaggio circostante, da un lato le colline della Langa di Barolo, dall'altro un pezzo di arco alpino che va dalle Alpi Marittime fino praticamente al Monte Rosa e che nella seconda giornata di permanenza potremo ammirare in tutta la sua bellezza.

Arrivando all'agriturismo già possiamo ammirare le colline in parte spruzzate, in parte coperte di neve che ci annunciano già cosa ci aspetterà nei prossimi giorni. All'arrivo al Bricco Rosso la signora ci accoglie dicendoci: “Siete qui per la Fiera del bue grasso di Carrù, vero?”. Noi trasecoliamo perché non sappiamo niente del bue grasso né di Carrù, ma nicchiamo, però ormai la signora ha solleticato la nostra curiosità...

Così, una volta in camera, cerchiamo su Internet e scopriamo che è un evento importante in cui vengono premiati gli animali più belli e dove si mangia e si comprano cose. Carrù - fino a qualche momento prima per noi sconosciuta - diventa una specie di persecuzione nei giorni successivi e, girando per le strade delle Langhe, ci accorgiamo che “tutte le strade qui portano a Carrù”. Comunque eccoci a Carrù dove appunto è in corso una grande fiera. Qui veniamo immediatamente conquistate dai banchetti stracolmi di formaggi, salumi e ogni altro bendiddio. Ovviamente nel giro di un’oretta siamo piene di sportine, ma a quel punto abbiamo fame.

S. chiede a una persona del luogo dove potremmo mangiare e una signora gentile ci dice “Al tendone, lì con 17 euro mangiate bene”. Non sappiamo cosa intenda ma camminando per la fiera a un certo punto ci si para davanti il tendone dove c’è già la fila delle persone che ne attendono l’apertura (infreddolitissimi come noi!) e all'ingresso c’è il cartello “Bollito non stop”. È il nostro luogo. Mangeremo effettivamente del bollito buonissimo, nonché una specie di piccolo cotechino, un pezzo di formaggio, una fetta di crostata e vino a volontà per 17 euro.

Il giorno successivo il tempo è bellissimo, sebbene la temperatura sia molto rigida. Però la giornata è ideale per fare un po’ di giri. La nostra prima tappa è il Santuario di Vicoforte, dove andiamo ad ammirare la cupola ellittica più grande del mondo e io trovo una buona situazione di luce per fare delle foto all'interno.

Da Vicoforte ci spostiamo a Mondovì, che scopriamo avere un nucleo originario, il rione Piazza, collocato più in alto rispetto allo sviluppo della cittadina moderna e che si raggiunge con una funicolare. Fortuna vuole che c’è anche il mercato dei contadini che ci permette di fare un altro carico di formaggi, nocciole, aglio ecc., prima di fare una passeggiata e poi prendere la funicolare verso Piazza. Il quartiere in alto è davvero molto bello e affascinante e con il cielo completamente sgombro di nubi è possibile ammirare un panorama davvero bello.

A seguire ci muoviamo verso Barolo, il cuore della produzione vinicola della zona, nonché la sede dell’ormai famoso festival Collisioni. Cosicché dopo aver fatto un giro nel bel centro storico e aver ammirato il castello, facciamo uno spuntino a base di salumi, formaggi e Barolo all’Agrirock caffè ;-)

Nel pomeriggio ci spostiamo verso Alba, uno dei centri più grossi della zona... Avevo letto che per le strade della città si sente il profumo del cioccolato proveniente dalla fabbrica della Ferrero, ma pensavo che fosse una boutade e invece appena scendiamo dalla macchina dobbiamo confermare che è proprio così.

Facciamo un giro per le strade del centro che sono affollate di gente, visitiamo chiese, facciamo fotografie, compriamo dei pezzettini minuscoli di tartufo bianco (che mangeremo poi una volta a casa con i tajarin) e infine ci spostiamo verso Bra, dove il nostro obiettivo è l’osteria slow food Boccondivino dove miracolosamente siamo riuscite a prenotare.

Bra è carina, ma Boccondivino si rivela una scoperta eccellente: prendiamo un menu degustazione (che comprende dei cardi con fonduta, una insalata di tonno di gallina, dei tajarin con il sugo di salsiccia di Bra, del brasato eccezionale con polenta e infine del bunet). Al menu degustazione aggiungiamo dei ravioli del plin con burro e salvia e del coniglio al forno con patate. Anche la mezza bottiglia di Roero Deltetto con cui accompagniamo il pasto è ottima. Usciamo dunque più che soddisfatte...

Tornando troviamo il piano terra dell’agriturismo pieno di fumo, a causa del fatto che un grosso tronco messo nel caminetto ha aperto lo sportello... Allarmate chiamiamo la signora che a sua volta chiama il marito per rimediare all'inconveniente. Noi ci chiudiamo in stanza, dove per fortuna il fumo non è riuscito ad arrivare!

La sera, prima di andare a dormire, io proseguo dalla mia stanza i miei esperimenti di fotografia del cielo notturno con treppiede, cosa resa difficile soprattutto dal freddo che fa sul balcone e dalle luci indesiderate che ci circondano. Il risultato infatti non sarà un granché, ma io avrò imparato un sacco di cose sull'uso del telecomando e sulle impostazioni della macchina fotografica.

La domenica è brutto tempo. Il cielo è coperto e minaccia neve, e la gente sta cominciando a levare le tende dopo il ponte dell’Immacolata, ma noi possiamo sfruttare l’intera giornata visto che partiamo la mattina dopo. La nostra prima tappa è il paese che abbiamo più vicino, Dogliani, e dove siamo passati più volte senza fermarci. Anche questo paese si sviluppa su più livelli: facciamo un giro nella parte alta, dove c’è la “panchina gigante”, e poi giriamo nella parte bassa dove ci allunghiamo a vedere anche la piccola ma molto bella Biblioteca Einaudi.

Poi ci muoviamo verso Cherasco, un paese tutto in piano circondato da porte di accesso, con un bel castello (però privato!) e molte chiese interessanti, purtroppo in parte chiuse all'ora in cui arriviamo noi. Ci fermiamo a pranzo in una trattoria molto tradizionale, da Umberto, dove ci sono famiglie locali che consumano il loro pranzo della domenica. Il posto - su cui non avrei scommesso - si rivela invece buono. Prendiamo una buonissima tartare di carne cruda di antipasto, due piatti di pasta fresca e due dolci (bunet e salame di cioccolato), e ne usciamo contente!

L’ultimo pomeriggio lo trascorriamo tra Grinzane Cavour, dove scopriamo che ormai il premio letterario non si chiama più così e dove facciamo una puntata all'Enoteca regionale che è ospitata nel castello, uscendone con un certo numero di bottiglie di vino, Serralunga d'Alba, un paese che occupa un crinale tra due colline ed è dominato da un bel castello, con una vista molto panoramica, e Monforte, appollaiato su una collina sulla cui sommità si fronteggiano una torre e una chiesa su un auditorium all'aperto realizzato sul fianco della collina.

La cena - visto che domenica sera un sacco di posti sono chiusi - la faremo non lontano dall'agriturismo, alla Locanda del sorriso nel centro di Dogliani, dove siamo le uniche clienti per l’intera serata. Il posto non è pretenzioso ed è gestito a livello familiare, ma alla fine si rivela una buona soluzione. Assaggiamo dell’ottimo vitello tonnato con due tipi di salse, del cinghiale stufato con purè e uno sformato di zucca con fonduta, il tutto annaffiato con dell’ottimo Dogliani della casa. Completiamo con un dolce a mezzi :-)

Il giorno dopo è il momento di partire. Teniamo d’occhio il meteo fin dal pomeriggio prima perché si parla di neve abbondante e probabile gelicidio (!), ma fino alla mattina ancora non si vede un fiocco di neve così ce la prendiamo comoda... A un certo punto però S. si affaccia e rientra dicendo che le sembra che stia facendo qualche fiocco. Io inizialmente non do tanta importanza alla cosa, ma quando mi affaccio e vedo un piccolo stratino di ghiaccio sulla strada che ci porta fuori dall'agriturismo mi allarmo e nel giro di pochi minuti siamo fuori a farci aiutare a scongelare il ghiaccio sul parabrezza per partire. Per fortuna non abbiamo problemi e anzi riusciamo anche a fare una sosta a Castiglione Falletto e una al supermercato Mercatò per gli ultimi acquisti prima di rientrare.
Per qualche altra foto del viaggio vi rimando al mio progettino "Vineyards and snow in the land of Barolo" su Behance.

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