mercoledì 27 settembre 2017

Un salto all'Isola d'Elba

Su iniziativa della mia amica R., che in questo momento vive in Toscana per lavoro, organizziamo all'ultimo minuto 48 ore all'Isola d'Elba, dove né io né lei (né il suo cane!! ;-) ) siamo mai state.

E così in men che non si dica prenotiamo una stanza all'Hotel La Feluca, una delle sistemazioni più economiche che troviamo per quei giorni sull'isola, in località Bagnaia, e prendiamo i biglietti per il traghetto di andata e ritorno da Piombino a Portoferraio con trasporto macchina, perché alla fine ci siamo fatte due conti e ci conviene così.

Domenica pomeriggio eccoci al porto di Piombino sotto un sole cocente nella fila di macchine in attesa di imbarcarci mentre tutt'intorno si muove varia umanità che come noi si sta imbarcando: rimarrà storica (e praticamente un leitmotiv di tutta la breve vacanza) l'espressione di una signora del nord, che dopo un po' (ma non tantissimo) che aspettiamo se ne esce con: "Mai più all'Isola d'Elba". E da quel momento tutte le volte che vediamo una cosa bella sull'isola in coro io e R. diciamo: "Mai più all'isola d'Elba".

Arriviamo a Portoferraio un pochino in ritardo, ma appena imbocchiamo la strada verso il nostro albergo siamo felici di essere qui. Il nostro hotel - molto semplice, ma rispondente alle nostre aspettative - si trova in una posizione tranquilla in mezzo al verde e dalla nostra camera si vede anche il mare.

Dopo un rapido check in, ci rimettiamo subito in macchina e raggiungiamo la cosiddetta Aia di Cacio, uno spiazzo dopo l'eremo di Santa Caterina da cui si dipartono tre sentieri per mountain bike. È ormai quasi ora di tramonto e dunque imbocchiamo il sentiero che guarda verso il mare e da cui non solo potremo ammirare un panorama mozzafiato ma anche uno dei tramonti più belli che abbiamo mai visto. Non smettiamo di fare foto e di restare a bocca aperta fino a quando l'ultimo pezzettino di sole non affonda nel mare in un tripudio di caldi colori.

A quel punto riprendiamo la macchina perché è ora di cena e, dopo una rapida occhiata a TripAdvisor, optiamo per un ristorante-pizzeria in località Bagnaia, a due passi dalla spiaggia di Punta Pina (una baia molto bella tra l'altro), La rustica. A una prima occhiata al menu capiamo che ci deve essere qualche ascendenza pugliese in questo posto che infatti propone i panzerotti come antipasto. R. non crede ai suoi occhi perché sono mesi che non li mangia. E così si cena con panzerotti e poi un primo con vongole e polpa di granchio a metà.

Dopo un sonno ristoratore, il nostro programma per l'indomani è di andare a vedere la spiaggia di Sansone. Per fortuna la colazione chiude alle 9,30 sennò in spiaggia saremmo arrivate alle tre, e invece - dopo qualche peripezia per parcheggiare la macchina - più o meno verso mezzogiorno stiamo percorrendo la strada per arrivare in spiaggia, che ci offre degli scorci sull'acqua e sulla costa veramente spettacolari.

La spiaggia - stretta e di ghiaia, con una ripida scogliera alle spalle - è parecchio affollata e così quando scopriamo che via terra (anche se entrando in acqua) si può arrivare alla spiaggia vicina, molto più libera, ci spostiamo. Peccato che R. - iperprotettiva verso il suo cane - debba caricarselo addosso e camminare scalza (perché non ha portato scarpe da mare!) sui ciottoli. Comunque la spiaggia e il mare sono bellissimi ed entusiasmanti.

Dopo aver fatto il pieno di bagni e di sole, torniamo verso la macchina dopo un piccolo spuntino, e poi in albergo.

Il pomeriggio andiamo in visita a Portoferraio, dove R. vuole assolutamente vedere le fortezze medicee perché ha letto che da lì si gode uno dei più bei panorami della città. Ed effettivamente ha ragione. Peccato che non ci accorgiamo di una parte del percorso, né troviamo la scala che ci avrebbe portate direttamente al porto; in ogni caso, con gli occhi pieni di sole, di mare e di paesaggi, scendiamo verso piazza Cavour e il lungomare. Qui facciamo un pochino di shopping e mangiamo un gelato, poi ce ne torniamo verso l'albergo.

Per la cena abbiamo adocchiato un posto che sta abbastanza vicino al nostro albergo, un agriristoro con i tavoloni comuni in legno e la cucina a vista a mò di sagra, dove mangiamo sgombro, caponata, pesce spada e polpo. Tutto buono!

Sono le 20,30. Mica possiamo andarcene a letto!!! E così eccoci di nuovo in macchina verso il centro di Rio nell'Elba, dove andiamo a vedere le fontane e il lavatoio pubblico restaurato e poi ci fermiamo a un bar in piazza. Un posto stupendo per le mie foto serali tra bambini che giocano e adulti che chiacchierano o si rilassano.

Per l'indomani, nostro ultimo giorno sull'isola, decidiamo di andare dall'altra parte, al mare. Scegliamo la spiaggia di Laconella, nel golfo di Lacona, nel territorio di Capoliveri. Anche in questo caso ci fermiamo più volte ad ammirare i paesaggi fino all'arrivo in spiaggia e all'immancabile bagno, questa volta anche del cane di R.

Poi ci spostiamo verso le miniere abbandonate e andiamo a visitare Rio Marina. Bello il porticciolo con le case colorate affacciate sul piccolo golfo, belli i localini che circondano il porto. Ottimo il pranzo da Il bar sotto il mare, un posticino delizioso che sta lì in zona, ma un po' più defilato.

Infine, ci rimettiamo in macchina e andiamo alla spiaggia di Cala Seregola, che sta proprio sotto l'impianto minerario abbandonato. La sabbia è infatti rossiccia e nerastra, e luccica di residui ferrosi, cosa che di per sé potrebbe essere inquietante ma sotto il mare produce uno spettacolo davvero strabiliante. C'è poca gente e l'acqua è bellissima e trasparente. Per cui non mi faccio sfuggire un ultimo bagno prima di ripartire.

Ma eccoci di nuovo in macchina verso Portoferraio giusto in tempo per salire sul nostro traghetto che in 40 minuti ci porterà a Piombino. È finita la vacanzina elbana, e al grido di "Mai più" io e R. ci guardiamo negli occhi comunicandoci senza parlare che se potessimo ci torneremmo prestissimo (magari imparando a relazionarci con gli isolani con cui abbiamo avuto un rapporto non proprio semplice!).

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