mercoledì 5 luglio 2017

Les fantômes d'Ismaël

Ultimo film per me della rassegna Da Cannes a Roma di quest'anno, e non posso dire che si sia chiusa in bellezza.

Eccomi di nuovo al cinema Giulio Cesare a vedere l'ultima fatica di Arnaud Desplechin. A dire la verità della sua filmografia non ho visto nulla e solo pochi film mi dicono qualcosa, ma la presenza nel cast di Mathieu Amalric (attore feticcio di Desplechin) e soprattutto di due bellezze diverse ma complementari come quelle di Marion Cotillard e Charlotte Gainsbourg mi spingono alla scelta.

Come mi racconta F., che ha visto il film precedente e che - a differenza mia - si è documentata, Desplechin ama molto i richiami tra un film e l'altro (nonché con i classici dei grandi registi suoi maestri) e quest'ultimo costituisce insieme a due suoi precedenti (Trois souvenirs de ma jeunesse e Comment je me suis disputé… (ma vie sexuelle)) una sorta di trilogia, in cui non mancano i riferimenti autobiografici, per esempio il richiamo al paese di origine di Desplechin, Roubaix.

Che dire della storia raccontata in Les fantômes d'Ismaël? Ismaël (Mathieu Amalric) è uno sceneggiatore che sta scrivendo un film su Ivan Dédalus, la figura di un diplomatico ispirata a suo fratello; vive con la compagna Sylvia (Charlotte Gainsbourg), dopo che sua moglie Carlotta (Marion Cotillard) è sparita nel nulla vent'anni prima senza dare spiegazioni e gettando nella disperazione suo padre e suo marito.

Mentre Ismaël e Sylvia sono nella casa al mare, ricompare all'improvviso Carlotta a perturbare gli equilibri faticosamente raggiunti. Il rapporto tra Ismaël e Sylvia è fortemente intaccato da questa presenza inquietante e seduttiva al contempo, e Ismaël - forse per rifuggire da una realtà difficile da gestire - si fa risucchiare nella storia che sta scrivendo fino ad esserne ossessionato ai limiti della follia.

Alla fine l'equilibrio mandato in frantumi dal ritorno di Carlotta si ricomporrà, dopo aver messo ciascun personaggio di fronte ai propri fantasmi e averci fatto in qualche modo i conti.

Personalmente, ho trovato il film di Desplechin piuttosto sconclusionato e inutilmente intellettualistico. Come sempre mi accade in questi casi, mi chiedo se sia un limite mio, la conseguenza di una mia ignoranza cinematografica (e non solo) che non mi fa cogliere gli elementi necessari a decrittare il film e a dare un senso al tutto.

Ma come rappresentante di un pubblico "di mezzo", quello a cui non piacciono i film di cassetta e che non va al cinema solo per svagarsi, ma nemmeno punta alla cinefilia e all'intellettualismo a tutti i costi, rivendico un cinema che sia stimolante e sfidante, ma accessibile e intellegibile, capace di parlare al cuore e alla mente e di offrire un piccolo lascito allo spettatore.

E per quanto mi riguarda Les fantômes d'Ismaël non appartiene a questa categoria.

Per fortuna Charlotte Gainsbourg e Marion Cotillard, in particolare nelle sequenze che le vedono insieme sulla scena (soprattutto quella del ballo improvvisato di Carlotta), valgono da sole l'intero prezzo del biglietto e le due ore spese al cinema.

Voto: 2,5/5

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