mercoledì 17 maggio 2017

Washington Square. Teatro La comunità, 7 maggio 2017

Per questa soleggiata domenica di maggio accetto la proposta di F. di andare a vedere uno spettacolo teatrale tratto dal romanzo di Henry James, Washington Square, in un piccolissimo teatro di Trastevere, il teatro La comunità.

Prima di andare a vedere lo spettacolo, un po' per scelta un po' per necessità non sono riuscita a prepararmi per nulla. So solo che sarà recitato in inglese da attori italiani, ma non so nemmeno - se non per sommissimi capi - di cosa parla la storia.

Il teatro è poco più di un seminterrato, con le file di sedie attaccatissime, che quasi le gambe non ci stanno. Il palco però è molto grande e quando si apre il sipario entriamo nella casa di Washington Square.

La lettura del romanzo di James da parte del regista Giancarlo Sepe è fatta attraverso brevi scene (con una sceneggiatura essenziale) di cui - prese singolarmente - non è chiarissimo il significato, ma che nella composizione finale trasmettono il senso e gli elementi essenziali della storia, anche grazie alla costruzione complessiva che molto punta sulle musiche, sull'uso delle luci, sulla scenografia e sulle coreografie animate dai singoli e dall'intero gruppo di attori.

Al centro della storia Catherine Sloper, una donna minuta e ingenua che si innamora di Morris, interessato più ai suoi soldi che a lei, e che deve per questo affrontare la contrarietà del padre. Intorno ai personaggi principali si muovono i fantasmi della madre di lei e del fratello, le zie, una parente di Morris e un nuovo pretendente.

Sullo sfondo la storia americana e soprattutto l'ideologia di un paese fondato sul mito di un popolo che ha conquistato una terra e l'ha resa grande, anche se sulla base della violenza e del denaro, e - come in questo caso - della negazione del riscatto dei soggetti più deboli, soprattutto quelli femminili.

Il risultato è visivamente molto bello e godibile. Gli attori sono bravi nel tenere in equilibrio le varie componenti dello spettacolo.

Un piccolo lavoro che mi ha colpito per la trasformazione della narrazione da parole in suoni, luce e movimento.

Voto: 3,5/5

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