domenica 16 ottobre 2016

Quando hai 17 anni

Damien (Kacey Mottet Klein) ha 17 anni e frequenta il liceo del suo paese che si trova in una valle incuneata in mezzo alle alte montagne dei Pirenei. Sua madre è medico, mentre suo padre è un militare che trascorre molti periodi in missione all'estero.

Thomas (Corentin Fila) frequenta la stessa classe di Damien e vive in una fattoria sulle montagne insieme alla famiglia che lo ha adottato.

Damien e Thomas non sono indifferenti l'uno all'altro, ma all'inizio questa attenzione reciproca si manifesta in modo molto conflittuale e i due ragazzi si azzuffano più volte, fino a quando il preside della scuola chiede l'intervento dei genitori. La madre di Damien, Marianne (Sandrine Kiberlain) - dopo aver visitato la madre di Thomas che, dopo una serie di aborti, è adesso incinta - si prende a cuore le sorti del ragazzo e decide di ospitarlo in casa sua per un po'.

La vicinanza forzata tra Damien e Thomas, nonché il ruolo di tramite svolto da Marianne, sarà decisiva per far comprendere ai due ragazzi la natura dei propri sentimenti reciproci e per metterli di fronte alla propria identità in quel momento delicato che è il passaggio alla vita adulta. Durante i tre trimestri in cui si svolge questa storia, Damien e Thomas - mentre scoprono se stessi - scoprono anche di essere parte del grande mistero della vita, che è fatto del trascorrere delle stagioni in una natura molto presente com'è quella del luogo nel quale vivono e del ciclo di nascita e morte di cui sono spettatori e cui partecipano.

Il film di André Téchiné (magnificamente supportato alla sceneggiatura da Celine Sciamma) racconta un'età complessa e intraducibile, un'età in cui la fisicità è preponderante e sovrabbondante e ancora fa fatica a tradursi in parole e in una comunicazione intellegibile. E infatti Quando hai 17 anni è un film in cui le parole restano sullo sfondo, in cui tutto è molto fisico e fatto di interazione tra corpi e di interazione dei corpi con natura ed altri esseri viventi.

L'evoluzione della dinamica tra Damien e Thomas è resa con un grande realismo, fatto di comprensione e rispetto per un'età che spesso gli adulti guardano con sospetto e non comprendono. In questo senso, il film di Téchiné è anche un film di adulti più o meno presenti nelle vite di questi due ragazzi, a volte determinanti, come nel caso della madre di Damien, una specie di filtro assorbente e di cuscinetto emotivo. Almeno fino a quando il suo equilibrio non viene rovesciato dalla morte del marito, che coincide poi anche con il momento in cui i due ragazzi sono ormai pronti a fare le proprie scelte.

In definitiva un film che personalmente non ho trovato emotivamente molto trascinante, forse volutamente ingessato, quasi sincopato nel ritmo, un po' come si è a 17 anni, ragazzoni impacciati e irrisolti; d'altra parte si tratta di un film profondamente sincero e soprattutto rispettoso della complessità dell'adolescenza al di fuori e al di là degli stereotipi.

Voto: 3,5/5

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