mercoledì 6 luglio 2016

Il piano di Maggie

Siamo a New York, in un ambiente upper class e decisamente intellettuale. Maggie (una sempre solida Greta Gerwig) è un'insegnante di arte e management, che non riesce ad avere relazioni durature ed è decisa ad avere un bambino grazie alla donazione di sperma di un ex compagno di scuola. John (un sempre splendido Ethan Hawke) e Georgette (una esilarante Julianne Moore dall'accento russo, apprezzabile soprattutto in lingua originale) sono una coppia di accademici con due figli, con una dinamica relazionale che vede Georgette donna in carriera e John necessitato a occuparsi dei figli e della casa.

Proprio quando Maggie sta procedendo all'inseminazione, incontra John all'università dove entrambi insegnano e da un'amicizia nasce una storia d'amore, che consente a Maggie di realizzare il suo sogno di avere una figlia senza ricorrere a un donatore.

Ma le dinamiche sentimentali e relazionali tra Maggie, John e Georgette saranno molto meno prevedibili e lineari di quanto potremmo immaginare, mettendo a nudo la fragilità di tutti i nostri modelli e ideali romantici dell'innamoramento, della coppia e della famiglia.

La sceneggiatrice e regista Rebecca Miller si muove a proprio agio in un terreno che confina da un lato con il mondo ironico e strampalato di Noah Baumbach (di cui la Miller utilizza anche l'attrice feticcio Greta Gerwig) e dall'altro con l'intellettualismo brillante e divertente del migliore Woody Allen (a cui l'ambientazione e alcuni passaggi della sceneggiatura rendono omaggio).

Il risultato è un film certamente godibile e spassoso, ma decisamente rivolto ai trenta-quarantenni presunti intellettuali e radical chic di cui rispecchia gusti e idiosincrasie. L'equilibrio tra riflessioni di spessore, anche se presentate in maniera leggera, e divertissement puro funziona per quasi tutto il film, anche grazie alla straordinaria bravura degli attori che rendono credibili, umani e riconoscibili questi personaggi stralunati e fragili; talvolta però si avverte qualche sfilacciamento e qualche nota stonata o eccessiva che lasciano un po' perplessi, così come in taluni casi la riconoscibilità dei riferimenti cinematografici è tale da creare una parziale impressione di già visto o sentito.

Nel complesso una commedia divertente e non banale che tutto sommato rappresenta un regalo non da poco in una stagione, quella estiva, che cinematograficamente di solito in Italia appare piuttosto avara.

Voto: 3,5/5


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