mercoledì 15 giugno 2016

Destroyer (+ Barbarisms). Unplugged in Monti, Quirinetta Session, 7 giugno 2016

Ed eccomi al primo appuntamento della nuova avventura nella quale i ragazzi di Unplugged in Monti si sono lanciati. Dopo gli storici concerti nella saletta del Black Market e le Church Sessions alla Chiesa Metodista, si inaugurano con questo concerto le Quirinetta Sessions, i live nello storico teatro a due passi dalla Fontana di Trevi che è ormai diventato un punto di riferimento per la musica dal vivo nella capitale.

In realtà, non è l’unica nuova avventura per Unplugged in Monti, visto che da pochissimo questi ragazzi hanno fondato una piccola etichetta, A modest proposal record, con cui far uscire i gruppi che amano e che vogliono fare scoprire.

E uno di questi gruppi, il cui ultimo album non a caso è la prima uscita della nuova etichetta, è proprio quello che cura l’opening questa sera, i Barbarisms.

Si tratta di un trio formato dal cantautore americano Nicholas Faraone, cantante e chitarrista, Tom Skantze alla chitarra elettrica e il batterista Robin Af Ekenstam, quest’ultimo con il braccio destro amputato sostituito da una protesi con cui maneggia la bacchetta.

I tre salgono sul palco verso le 22.15, dopo che io ho avuto il tempo sia di fare un giro del centro di Roma by night provando la mia nuova macchina fotografica, sia di fare un giro all’interno del Quirinetta per vedere la mostra dei poster realizzati in occasione dei concerti dell’anno, esposti in una saletta laterale.

I Barbarisms riscaldano subito l’atmosfera proponendoci canzoni tratte sia dal loro album appena uscito, Browser, che dal loro precedente che portava il loro nome e che aveva attirato l’attenzione dei critici musicali, suggerendo paragoni con gruppi storici come i Built to Spill.

Sul palco i Barbarisms sono molto affiatati, e il loro leader Nicholas Faraone non perde occasione per ribadire quant’è contento di essere qui questa sera, ribadendo il legame speciale che c’è tra il gruppo e l’Italia, e soprattutto Roma.

Ad un certo punto Faraone fa la sua dichiarazione di ammirazione per Destroyer e ci introduce una canzone dicendoci che in parte è ispirata a una di Destroyer, anche se probabilmente non riusciremo ad individuare quale; è il suo speciale e personale tributo all’artista che tra poco salirà sul palco.

Purtroppo il loro concerto finisce fin troppo presto (ma io mi sono portata a casa il loro ultimo CD); d’altra parte, tutti – compresi gli stessi componenti dei Barbarisms – aspettano l’arrivo sul palco della star di questa sera, Destroyer, il cantante canadese Dan Bejar che in passato ha collaborato con gruppi famosi e poi nel 1995 ha avviato questo progetto con cui ha pubblicato parecchi album fino all’ultimo di quest’anno Poison Season.

Destroyer arriva sul palco accompagnato dall’intera band: tastiere, sassofono, tromba, due chitarre, il basso e un sintetizzatore. È dunque un palco affollato quello di Destroyer e bellissimo da vedere.

Tra il pubblico in prima fila si sistema Nicholas Faraone e per un po’ anche Tom Skantze. Il primo balla e canta, anche insieme ad alcune ragazze del pubblico che gli si sono avvicinate, dimostrando di essere un vero fan.

Destroyer invece sul palco ha uno stile molto sobrio e silenzioso. È elegante con i suoi pantaloni a sigaretta e la camicia bianca, e tra una canzone e l’altra raramente si rivolge al pubblico, mentre di solito si abbassa a raccogliere un bicchiere o una bottiglia di birra che ha vicine all'asta del microfono.

Sapete che non sono un’esperta musicale perché alla musica ci sono arrivata tardi, ma la musica mi piace molto ed è questo fondamentalmente il mio metro di giudizio. Credo però che nel caso di Destroyer anche chi ha competenze musicali più ampie delle mie farebbe certamente fatica a dare una definizione del genere musicale di questo artista, le cui caratteristiche principali mi paiono essere poliedricità e raffinatezza. La varietà del suo repertorio consente a Destroyer di offrirci un concerto di grande soddisfazione, che non annoia mai ed è capace di trascinare anche il più restio degli spettatori.

Direi che come primo appuntamento i ragazzi di Unplugged in Monti possono essere certamente contenti del risultato. Per quanto mi riguarda, aspetto le loro prossime mosse.

Voto: 3,5/5

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