mercoledì 25 novembre 2015

Rachel Sermanni (+ Tom Terrell). Teatro Quirinetta, 19 novembre 2015

Eccomi al Quirinetta con la mia macchina fotografica al seguito e pochi soldi in tasca per assistere al concerto di Rachel Sermanni, la giovane folk singer delle Highlands che avevo già ascoltato dal vivo a Roma con grande soddisfazione qualche anno fa.

Da poco è uscito il suo secondo album, Tied to the moon, che pur confermando lo stile tra il tradizionale e l'intimistico della Sermanni, introduce qualche novità negli arrangiamenti e nel tono di alcune canzoni. Personalmente resto affezionata al primo album, Under mountains, ma ho ascoltato gradevolmente anche questo secondo.

In attesa che aprano le porte del Quirinetta, faccio un giro in zona (siamo in pieno centro, vicino fontana di Trevi) ed entro in un negozio con delle cose coloratissime dove faccio un po' di acquisti con i pochi soldi che mi sono portata dietro.

Torno all'ingresso del Quirinetta da cui vedo uscire Rachel (accompagnata da due persone), che certamente va a mangiare un boccone prima del concerto.

Alle 22.40 circa il concerto comincia. Io mi sono strategicamente posizionata in prima fila, sostanzialmente nella posizione dopo si sono collocati tutti i fotografi ufficiali. Sono anche accanto al banchetto con i CD e i gadget, che comprendono dei disegni fatti da Rachel e anche un piccolo graphic novel scritto da lei e disegnato da Jo Whitby, che si chiama The tractor.

La sala non è pienissima, ma l'atmosfera è molto bella. Il pubblico è attento, e in sala ci sono molti fans che conoscono le canzoni della Sermanni. Dopo la prima canzone, quel folletto che sta sul palco senza scarpe e si muove quasi come fosse un tutt'uno con la sua chitarra, avvolta nel vestitone largo rosso (il rosso è quasi sempre presente indosso a Rachel), ci trascina - canzone dopo canzone - nel suo mondo notturno e magico, che ci fa immaginare gli altipiani scozzesi, il vento e il cielo stellato e illuminato dalla luna.

A rendere l'atmosfera ancora più magica è la presenza di Tom Terrell, un cantautore canadese che è in giro in tour con Rachel, nella macchina "giallo", come continua a dire la cantante nel suo italiano un po' stentato, ma molto migliorato dall'ultima volta.

Terrell è un cantautore e un polistrumentista, che ha pubblicato da poco l'album omonimo (che ho subito comprato): accompagna Rachel alla chitarra, alla batteria e alla voce. E l'armonia tra di loro è assolutamente perfetta, trasformando le sonorità da folk a jazz a pop nel corso della serata.

La Sermanni ci propone in egual misura canzoni del vecchio e del nuovo album, cosa che mi rende particolarmente felice, e qua e là viene infilata una cover, a segnare le tante ascendenze della musica di Rachel. Così, ci viene proposta un pezzo di Johnny Cash, una canzone tradizionale irlandese e, al termine del bis richiestissimo dal pubblico, una bellissima versione di Dream a little dream of me, la canzone resa famosa da Ella Fitzgerald.

Alla fine del concerto siamo tutti innamorati di questi due ragazzi, schivi e appassionati della loro musica, che viene voglia davvero di abbracciarli.

Tom si posiziona al banchetto per la vendita, mentre Rachel va - sempre senza scarpe - al bancone del bar in fondo alla sala a bere qualcosa.

Io vorrei tanto comprare il graphic novel a cui ho dato un'occhiata prima, ma costa 5 euro e io in tasca ho solo 3 euro. Faccio un po' su e giù per la sala, poi mi decido e vado da Rachel. Scambiamo qualche parola sul concerto al Caracciolo di qualche anno fa e poi mi chiede se sono io quella che faceva le foto in prima fila, dopo che tutti gli altri fotografi erano ormai andati via. Allora mi faccio coraggio e le dico che ho bisogno di un favore: le faccio vedere i 3 euro che ho in mano e le dico che vorrei tanto il graphic novel con la sua firma. Mi fa un sorrisone enorme e mi porta con sé al banchetto, dove finalmente il libricino è mio.

"You're great, Rachel". Così la saluto :-)

Esco felice, un po' commossa, piena di vita, di bellezza, di gioia. Guardo questa città con occhi più grandi e più profondi.

Sono passati solo pochi giorni dall'attacco terroristico al Bataclan di Parigi, dove molte persone - come me stasera - stavano trascorrendo una serata all'insegna della musica e dello stare insieme. Il mio pensiero va a tutti quelli che sono stati uccisi o che hanno guardato la morte in faccia.

La vita porta con sé sufficienti dolori e difficoltà perché qualcuno possa pensare di toglierci la gioia di godere delle cose per cui essa - inevitabilmente caduca, breve, incerta - vale comunque e sempre la pena di essere riempita di ciò che per ciascuno di noi è bellezza.

Voto: 4,5/5

Nessun commento:

Posta un commento

Lascia qui un tuo commento... Se non hai un account Google o non sei iscritto al blog, lascialo come Anonimo (e se vuoi metti il tuo nome)!