sabato 28 novembre 2015

Foliage e riflessi in Trentino

Approfittando di una concomitanza di lavoro in un weekend pre-estate di San Martino, in cui il sole e la temperatura sono praticamente primaverili, io e C. decidiamo di fare un giro a Trento e dintorni.

L’idea era quella di vedere la città, che io in parte conoscevo e C. no, ma anche di fare qualche passeggiata nella natura per soddisfare il mio desiderio da troppo tempo insoddisfatto di fare delle foto. Tanto che allo scopo mi ero anche portata dietro la macchina fotografica grande, la mia fedele Nikon D80.

A Trento abbiamo preso un alloggio con Airbnb e siamo a dormire praticamente ai piedi del castello del Buonconsiglio, dunque in zona centralissima, nella stanza doppia con bagno ed entrata indipendente della signora Manuela che si è dimostrata efficientissima e gentilissima.

La prima sera – per entrare subito in clima, sebbene le condizioni meteo non siano quelle adatte – andiamo a mangiare alla Rosa d’oro, ristorante in stile altoatesino e bavarese che serve piatti tipici, non certo leggeri. Beviamo una buona bottiglia di Teroldego su uno stinco di maiale cotto nella birra con contorno di patate e cavolo rosso e un piatto degustazione con gulash, polenta, canederli e wurstel con crauti. Diciamo che la notte non è stata delle più semplici…

Il giorno dopo – con i nostri soliti ritmi mattinieri (!) – dopo aver fatto la doppia colazione, prima in camera e poi al bar Casa del caffè, di cui abbiamo i buoni – ci dirigiamo verso la Valle dei Laghi, che C. ha individuato come meta ideale per le mie foto. La prima tappa è al lago di Terlago, dove comincio a prendere la mano con la macchina fotografica e dove facciamo una bellissima passeggiata intorno allo specchio d’acqua.

Ripartiamo per scendere più a sud ovest, ma sbagliamo strada e finiamo ai laghi di Lamar, più piccoli ma davvero affascinanti. Qui i colori del foliage sono davvero incantevoli e io non smetterei mai di fare foto, ma l’ora del pranzo sta rapidamente passando e temiamo che non ci diano più da mangiare (non sia mai che si salti un pasto!!). Così ci fermiamo all’agriturismo Le Vallene che avevamo notato arrivando e anche qui – dacché volevamo mangiare poco e restare leggere – prendiamo una porzione di canederli alle verdure (che però sono 8 e sono affondati nel burro e nel formaggio) e un piatto di gnocchi al gorgonzola. Poi qualche verdurina (!): fagiolini ripassati nel burro e crauti con pezzetti di speck. Tutto buonissimo! Non so come, ma C. riesce anche a prendere lo strudel alla fine del pasto.

Ma eccoci alla volta degli altri laghi della valle. Innanzitutto quello di Toblino, dove c’è anche un castello (oggi un ristorante) che si affaccia sullo specchio d’acqua. Purtroppo, il sole è già calato dietro la montagna e la luce non è delle migliori ma passeggiando intorno al lago si aprono degli scorci magnifici e man mano che si va verso il tramonto anche la luce si fa più affascinante, cosicché anche le mie foto possono avvantaggiarsene.

Costeggiando in macchina il lago di Cavedine andiamo verso le rovine del castello di Drena, dove questa volta entriamo a fare visita e ancora foto, mentre il sole definitivamente tramonta e comincia a venire un po’ di freddo.

Ci dirigiamo dunque verso Trento, ma lungo la strada facciamo una tappa alla Cantina Toblino dove compriamo le nostre prime 4 bottiglie di vino nonché tre bottiglie di grappa!

Sera senza cena (era il minimo) e per l’indomani ancora non sappiamo cosa fare. Intanto però non perdiamo l’occasione di comprare un altro paio di vini all’enoteca Grado 12 e di fare un salto per bere un bicchiere all’osteria della Mal’ombra, subito fuori il centro, che C. ha sentito nominare in un documentario - che si chiama Senza trucco - su dei vignaioli naturali, una delle quali, Elisabetta Foradori, è appunto trentina. Il posto è veramente incredibile, una specie di piccolo corridoio pieno zeppo di bottiglie, persone che bevono e chiacchierano, oggetti, quadri e altro. L’atmosfera è piacevole e il vino (un teroldego della stessa Foradori e un marzemino di Eugenio Rosi) è ottimo.

Alla sveglia – sempre ai soliti orari sudamericani – E., un'amica che vive in zona, propone di andare a fare colazione al castello di Pergine e così eccoci in macchina, questa volta in direzione sud est. Il castello di Pergine è una struttura veramente mastodontica e al suo interno c’è un ristorante gestito da svizzeri. Lì prendiamo un cappuccino e una bella fetta di torta e poi facciamo un bel giro intorno al castello.

Poi ci dirigiamo verso i laghi di Caldonazzo e Levico, e dopo una breve sosta-foto a Caldonazzo, la nostra passeggiata pomeridiana sarà al lago di Levico, che con la sua passeggiata dalla zona della spiaggia al bosco ci offrirà punti di vista sempre diversi e un’atmosfera rilassante. I paesaggi, la luce, i riflessi sull’acqua e il foliage spettacolare fanno di questa passeggiata una specie di enorme spot per il Trentino, che si rifletterà anche nelle mie foto della giornata.

Sulla strada del ritorno ci fermiamo a mangiare un tagliere di salumi e formaggi (in barba all’OMS) sul lago di Caldonazzo e quando il sole è ormai completamente dietro i monti torniamo verso Trento. Giusto il tempo di sistemare definitivamente la valigia, andare verso la stazione, dare un occhio alla Badia di San Lorenzo, che però è chiusa, e prendere il treno per tornare a casa.

Una boccata di ossigeno in questo autunno “caldo”.

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