mercoledì 26 agosto 2015

American Gods / Neil Gaiman

American Gods / Neil Gaiman; trad. di Katia Bagnoli. Milano: Mondadori, 2002.

American Gods è uno di quei libri che è praticamente impossibile da raccontare, e che mentre li leggi ti chiedi sotto quali sostanze stupefacenti era il suo autore quando lo scriveva! ;-)

In realtà, il nocciolo della storia è piuttosto semplice: il protagonista Shadow è un ragazzone grande e grosso che ha scontato tre anni di prigione a causa di una rissa e non vede l'ora di tornare a casa da sua moglie Laura e dal suo migliore amico che gli ha promesso un lavoro. Quando esce, però, la situazione è ben diversa da quella che aveva sperato: sua moglie è morta in un incidente stradale e al suo funerale scopre che lo tradiva con il suo migliore amico, morto anche lui nel medesimo incidente. In questo stesso tempo, Shadow incontra uno strano personaggio, Wednesday, che gli offre un lavoro come suo assistente.

Presto Shadow scoprirà che Wednesday non è una persona qualunque e si troverà coinvolto nel bel mezzo di uno scontro epocale: la resa dei conti finale tra gli dei antichi, quelli arrivati centinaia e persino migliaia di anni prima in America e via via dimenticati e dunque costretti ad arrangiarsi in mille modi per sopravvivere, e i nuovi dei (quelli giovani e tecnologici e massmediatici) che la gente ha ormai adottato.

In questo scontro, poco a poco Shadow si troverà ad essere non solo spettatore e testimone, ma anche parte in causa fino a svolgervi un ruolo determinante.

E fin qui sembra tutto semplice. Ma poi, una volta immersi nelle pagine del libro di Gaiman, sarete catapultati in un mondo fantasmagorico e psichedelico in cui tutto è possibile e non ci si può sorprendere di niente, in cui le storie si moltiplicano e i personaggi vanno e vengono.

Il classico libro che forse varrebbe la pena di leggere due volte, se uno ce ne avesse la forza e volesse provare a capire alcuni passaggi di una trama oggettivamente complessa, ma nella quale forse l'obiettivo non è quello di fare veramente tornare tutti i conti.

Certamente resta geniale l'idea di fondo, ossia che gli dei non vivano in un mondo separato e lontano da noi, ma siano invece mescolati tra di noi, costretti anch'essi a cercare modi (più o meno fantasiosi) per sbarcare il lunario e vivere (più o meno dignitosamente) le loro vite, pur conservando una sorta di immortalità e di poteri soprannaturali. Il pantheon umanissimo e soprannaturale costruito da Neil Gaiman è sorprendente e stroboscopico e la sua componente surreale e kitsch è a tratti elevatissima, cosicché la si può amare o odiare, perdersi o ritrovarsi, lasciarsi andare o rifiutarla.

Alla fine su tutto si staglia la figura umanissima, tenera e commovente di Shadow, personaggio che resta a lungo nel cuore.

Voto: 3,5/5

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