domenica 29 marzo 2015

Questa è guerra! 100 anni di conflitti messi a fuoco dalla fotografia, Padova, Palazzo del Monte di Pietà, 28 febbraio-31 maggio 2015

Un weekend padovano mi dà la possibilità di andare a vedere questa mostra di fotografia di cui avevo letto sul giornaletto in distribuzione sulle Frecce (che ogni tanto a qualcosa serve!).

La mostra, curata da Walter Guadagnini, cogliendo l'occasione del centenario della Prima guerra mondiale, racconta - attraverso circa 350 scatti - il rapporto tra fotografia e guerra. Si tratta di una mostra che non punta tanto all'estetica fotografica e ai grandi nomi di fotografi (anche se non mancano né l'una né gli altri), bensì a indagare i molteplici modi in cui la fotografia si relaziona con la guerra, per documentarla, per ricostruirla, per raccontare le storie delle persone e dei luoghi, per fare propaganda, per denunciare.

Si parte da una prima sala che ci introduce pienamente al tema, con alcune foto che rappresentano la guerra civile americana (ma sono in realtà ricostruzioni recenti), una grande foto simbolica di due proiettili fusi, e un'altra foto che mostra una nuvola di fumo lontana in un paese del medio oriente.

Da qui in poi si procede in ordine sostanzialmente cronologico. Si parte dalle prime testimonianze fotografiche relative alla prima guerra mondiale (anche stereoscopiche e di carattere documentaristico) per passare al periodo tra le due guerre, al durante e dopo la seconda guerra mondiale, fino ad arrivare - nelle ultime sale - ai conflitti più vicini ai nostri tempi, dalla guerra del Vietnam, a quella in Algeria, nella ex Jugoslavia, in Congo, in Libano e in Ucraina.

Si susseguono soluzioni e scelte fotografiche molteplici, ottimamente introdotte da pannelli esplicativi e descrittivi che preparano nella maniera migliore alla visione delle immagini nelle loro varie forme e nei loro numerosi significati.

Alla fine passa il messaggio che non dobbiamo pensare alla fotografia come a una documentazione o rappresentazione fedele della realtà, perché fotografare significa scegliere un punto di vista, a volte manipolare, e in ogni caso sempre trasferire un messaggio, che non è mai né neutro né veramente oggettivo.

Bella mostra, che richiede tempo e forse un doppio passaggio in alcune sale. Bello anche il palazzo che la ospita, nonostante un personale non proprio simpaticissimo!

Voto: 3/5

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