lunedì 27 ottobre 2014

I milionari

Alessandro Piva mi ha conquistata fin dai tempi de LaCapaGira. Sarà perché è un mio conterraneo (di adozione), sarà perché LaCapaGira è un bel film, sarà perché ho avuto modo di conoscerlo anni fa quando abbiamo girato un piccolo documentario sulla biblioteca e lui ci ha fatto da regista. Sta di fatto che il mio sguardo nei suoi confronti è molto benevolo.

E devo dire che lo aspettavo con un nuovo lavoro, visto che dopo LaCapaGira e Mio cognato, ha avuto un lungo periodo di assenza dal grande schermo e il suo ritorno con Henry l'avevo perso.

Così mi sono fiondata al Festival del film di Roma a vedere il suo nuovo lavoro cinematografico, la cui sceneggiatura è tratta dal libro omonimo, ispirato alla storia del boss di camorra Paolo Di Lauro.

Ne I milionari Piva racconta trent'anni della malavita napoletana attraverso l'angolo di visuale di Marcello Cavani (Francesco Scianna), la cui famiglia - dopo la morte improvvisa del padre e grazie all'intraprendenza del fratello Antonio - per evitare di perdere la casa ipotecata entra nel giro di un boss locale della camorra.

Antonio sembra nato per fare la vita da camorrista. Marcello, detto Alendelòn, ci si adatta malvolentieri, ma considera la camorra la strada più veloce per raggiungere i propri obiettivi, ossia quello di conquistare Rosaria (Valentina Lodovini), l'amore della sua vita, e poi di offrire alla sua famiglia e a se stesso una vita borghese e agiata.

Marcello finirà così per trovarsi invischiato sempre più a doppio filo nel meccanismo stritolante della malavita che lo porterà più volte in carcere e lo vedrà perdere i suoi fratelli per un regolamento di conti.

Nel film di Piva non c'è un approccio particolarmente innovativo e certamente il regista non esce dai binari del genere, che tra l'altro negli ultimi tempi è diventato particolarmente di moda. Però la bravura di Scianna e il marchio inconfondibile del regista - rappresentato da alcuni inserti ironici ed elementi un po' macchiettistici - conferiscono al prodotto una leggerezza e gradevolezza di insieme che si fanno apprezzare.

E - seppure in modo se vogliamo tangente - anche il racconto delle sorti di una città, nei suoi esterni non convenzionali e negli interni delle case di questi uomini troppo ricchi, ma anche troppo ignoranti, è un valore da non trascurare.

Insomma, I milionari non cambierà la storia del cinema, ma per quanto mi riguarda si può considerare promosso.

Voto: 3/5

Nessun commento:

Posta un commento

Lascia qui un tuo commento... Se non hai un account Google o non sei iscritto al blog, lascialo come Anonimo (e se vuoi metti il tuo nome)!