venerdì 1 agosto 2014

L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio / Murakami Haruki

L’incolore Tazaki Tsukuru e i suoi anni di pellegrinaggio / Murakami Haruki; trad. di Antonietta Pastore. Torino: Einaudi, 2014.

Si tratta del primo libro di Murakami Haruki che leggo. Devo dire che gli scrittori giapponesi, dopo qualche esperienza non proprio positiva, non mi attirano molto. In questo caso però mi sono fidata del consiglio del mio amico olandese M., che aveva potuto leggere quest'ultimo romanzo di Murakami prima che ne uscisse l’edizione italiana.

Alla fine del libro devo sostanzialmente confermare la percezione che già in passato avevo avuto degli autori giapponesi. La lettura mi prende moltissimo creandomi elevate aspettative; il filo narrativo mi incuriosisce spingendomi pagina dopo pagina alla ricerca dello scioglimento dei nodi e dei colpi di scena. Ma alla fine non arriva alcun colpo di scena, non accade nulla di incredibile o del tutto inaspettato, se non la vita che fluisce e il personale percorso emotivo che mette ciascuno di fronte a se stesso.

Così accade per Tazaki Tsukuru, un uomo ormai maturo che vive a Tokio, progetta stazioni ferroviarie e non ha ancora un rapporto di coppia stabile e soddisfacente. Tazaki si porta dentro la ferita dell’abbandono da parte dei suoi amici di liceo che lo hanno allontanato dal gruppo senza dargli alcuna spiegazione, evento a seguito del quale il protagonista ha attraversato un periodo molto triste della sua vita e ha seriamente pensato che non valesse più la pena di viverla.

A distanza di vent’anni da quell’evento, Tazaki continua a sognare i suoi amici (in particolare le due donne del gruppo) e sente che la sua vita non ha colore, ossia non è illuminata da emozioni ed entusiasmi. L’incontro con una donna più grande di lui, con la quale avvia una relazione, lo spinge a cercare nel proprio passato le risposte che non ha mai ricevuto; cosicché Tazaki decide di incontrare ad uno ad uno i suoi amici per capire cosa è accaduto tanti anni prima.

Il racconto di Murakami Haruki si muove abilmente tra passato e presente e incrocia sapientemente racconti e personaggi del passato (lontano e vicino) di Tazaki con situazioni e figure che popolano il suo presente. A volte la realtà si interseca con i sogni, ovvero il racconto si interrompe per lasciare spazio a un'altra parentesi narrativa. Alcuni dei personaggi attraversano le pagine del romanzo e poi scompaiono senza che il loro ruolo sia esplicitamente identificato o sia funzionale alla comprensione dell’intreccio.

D’altra parte è un po’ quello che accade nella vita. Gli incontri che facciamo, le cose che ci succedono, i sentimenti che proviamo, il modo in cui ci sentiamo non sempre hanno significati espliciti; talvolta sta a noi cercare i segnali nella vita quotidiana e interrogarci su noi stessi, evitando di scegliere la strada dell’indifferenza e dell’apatia che in molti casi è solo una strategia per non soffrire, ma che ci impedisce anche di essere felici.

Nel libro di Murakami Haruki ci sono molti temi importanti: l’amicizia, l’amore, il rapporto con le radici, il mistero della vita e della morte, il senso dell’esistenza, la capacità di affrontare la verità. Il tutto trattato con quella sensibilità giapponese, del tutto composta, che rivela il senso delle cose non attraverso azioni dirompenti, bensì nella graduale ricomposizione dei frammenti della propria esistenza.

Voto: 3,5/5

2 commenti:

  1. Piuttosto che leggere un giapponese, non leggo.
    (Immagino di non esserne all'altezza)
    (Elogio sempre gli scrittori che detesto per evitare di sentirmi dire che non ne sono all'altezza. He he!)
    Sandra

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    Risposte
    1. Capisco perfettamente. Faccio così anch'io in molti casi! ;-))

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