venerdì 3 settembre 2010

Cosa voglio di più

Sono andata a vedere a Bruxelles la versione romana del film di Soldini, in tutto e per tutto uguale all'originale ambientata nella provincia milanese. Ho notato giusto un leggero accento romanesco nei personaggi grazie a un doppiaggio appositamente aggiunto per l'occasione... Ovviamente, sto scherzando!
Ma devo dire che dopo aver visto il biglietto di ingresso (qui a fianco riprodotto) non ho potuto fare a meno di pensarlo e di farmi una gran bella risata...

E menomale, perché la visione del film (unita allo spleen di un venerdì sera in cui il mio umore non era alle stelle) non mi ha certo fatta uscire col sorriso sulle labbra.

Del resto, Soldini è così. Capace di alternare commedie agrodolci intrise di un'ironia sottile e di una dolcezza malinconica e gioiosa al contempo (si vedano, in particolare, Pane e tulipani e Agata e la tempesta) e storie d'amore di grande drammaticità (per il passato si veda ad esempio Brucio nel vento).
A mio modesto parere, la commedia agrodolce e intelligente è maggiormente nelle sue corde; ma chissà, magari questa è la nostra impressione e percezione da spettatori, mentre il regista sente più vicine alla sua sensibilità le storie come quella raccontata in Cosa voglio di più.

Non si tratta certo di una storia originale. Anna (Alba Rohrwacher) e Domenico (Pierfrancesco Favino), entrambi sposati (lui ha anche due bambini piccoli), si incontrano per caso e tra loro è subito istintiva attrazione, passione divorante, sconvolgimento interiore che li porterà a mettere in discussione tutto e li costringerà a una scelta, chissà se realmente definitiva.
Il film mi ha fatto tornare alla mente un'altra pellicola che affronta sostanzialmente lo stesso tema, Innamorarsi, con Robert De Niro e Meryl Streep. Rispetto a quest'ultimo ho trovato il film di Soldini più duro, più crudo per certi versi, meno giocato sul romanticismo. La sensazione che mi ha trasmesso guardandolo è stata quella di una morsa che si stringe ogni minuto di più intorno alla gola...

Del resto, in fondo, non è questa la sensazione che si ha ogni volta che si innesca quell'alchimia ingovernabile chiamata passione? Certo, sì, un desiderio divorante, una felicità traboccante, ma anche la percezione di una totale impotenza di fronte a un sentimento che non chiede permesso, che ti conduce dove vuole, che ti capovolge le priorità, ma che non ti toglie, anzi ti moltiplica, l'ansia del futuro...
In un certo senso, la passione ci terrorizza perché porta con sé i germi dell'amore. E l'amore ci complica l'esistenza. Non la semplifica.

Tutto questo diventa un groviglio ancora più inestricabile quando la passione irrompe in vite già strutturate, in cui molte scelte sono state già fatte, la serenità di altre persone dipende da noi, ma la quotidianità è tanto più faticosa da accettare e ravvivare.

È quello che accade ad Anna. Non le manca niente. Le manca quel guizzo interiore, quel batticuore, quell'emozione che sono stati sepolti dalla vita di tutti i giorni, non per colpa di qualcuno, ma per quel paradosso di fondo in cui viviamo, lacerati tra un'esigenza profonda di serenità e un'istintiva spinta alla rottura degli equilibri. Può l'amore reggere davvero all'incongruenza della nostra natura umana?

Guardando il film mi è tornata in mente una citazione che mi è capitato di leggere ultimamente in un forum, tratta da un romanzo che non ho letto, Soffocare di Chuck Palahniuk: "Dopo aver fatto sesso i cani rimangono bloccati l’uno dentro l’altra, e per un tempo generalmente breve non possono fare altro se non restare in quella posizione infelice. La mamma disse che la descrizione poteva adattarsi perfettamente a buona parte dei matrimoni".

Immagine cinica. Ma chissà, forse è proprio così. Il rapporto affettivo tra due persone è solo l'inevitabile, ma transitorio prolungamento della passione che li ha inizialmente uniti.

Comincio a pensare che qualcosa di sbagliato deve essere accaduto nel nostro processo evolutivo. Oppure, tutto è perfetto, ed è solo la dimensione socio-emotiva della nostra mente ad aver imboccato al strada sbagliata.

Voto: 3/5

N.B. Ho incontrato quasi l'intero cast del film, compreso il regista, una sera a cena a Roma da Sforno (una delle migliori pizzerie romane). Cosicché, perso il film nelle sale italiane, non potevo certo esimermi dal venire a vederlo qui a Bruxelles, visto che mi si è presentata l'insperata l'occasione!

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