martedì 6 luglio 2010

Aline et les autres / Guy Delisle

Aline et les autres / Guy Delisle. Paris, L'Association, 1999.

Come annunciato, una volta finito di leggere Pyongyang, mi è immediatamente venuto il desiderio di comprare e leggere qualcos'altro di Guy Delisle. Detto. Fatto.

In una delle tante librerie specializzate in fumetti di Bruxelles (che bellezza!), ho comprato questo Aline et les autres e Shenzen. Facilmente si viene inghiottini da Aline perché, praticamente, si tratta di un fumetto senza parole, articolato in episodi, dedicati ciascuno ad un personaggio femminile (e in particolare alle sue relazioni sentimentali) ed articolati a mo' di abbecedario. Si comincia infatti con Aline per terminare con Zoe.

E così, una volta catturata dal primo episodio non sono riuscita a fermarmi e sono andata avanti a scoprire tutte queste curiose storie, questi personaggi bizzarri, questi disegni solo in piccola parte realistici. Ogni tanto si sorride, altre volte si resta interdetti; in generale, si ha la sensazione che la materia non sia leggera e che molti degli stereotipi, delle idiosincrasie, dei difetti comportamentali, dei desideri reconditi che emergono da queste pagine non sono solo il frutto di una mente di cui - come ha detto qualcuno - sarebbe interessante approfondire le turbe psichiche, ma realtà che emotivamente riconosciamo. Certo, rimane una visione maschile dell'universo sentimentale femminile e, in questo senso, va interpretato. Ma forse, anche per questo, ci fa riflettere.

In Italia non credo che Aline et les autres sia uscito. Forse per noi bacchettoni è un prodotto troppo ardito, quasi pornografico, ma al contempo troppo intellettuale per esserlo realmente. E d'altra parte sul fumetto in Italia ci si muove soltanto tra due estremi: quello per bambini e quello per adulti, nel senso più stretto del termine. Altrimenti, prodotti da edicola, quasi sempre considerati quasi indegni di approdare sugli scaffali di una libreria.

Insomma, approfitterò di questa mia parentesi belga per avvicinarmi al fumetto come forse in Italia non sarebbe altrettanto facile fare.

Voto: 3,5/5

2 commenti:

  1. pyongyang è molto bello, il modo in cui l'autore ha impiegato il grigio come elemento quasi depressivo e soffocante è magistarale. tra i miei preferiti rimane comunque anche Cronache Birmane, meraviglioso!

    RispondiElimina
  2. Cronache birmane non sono ancora riuscita a trovarlo... Devo rimediare!! :-))

    RispondiElimina

Lascia qui un tuo commento... Se non hai un account Google o non sei iscritto al blog, lascialo come Anonimo (e se vuoi metti il tuo nome)!