domenica 3 gennaio 2010

La principessa e il ranocchio

Innanzitutto, questa volta è essenziale che io descriva il contesto.

Ore 16,30: multisala annessa a un grande centro commerciale della provincia barese.
Insomma, tipica situazione da non-luogo nel mio ultimo giorno di vacanze natalizie.

Ma per me è un inedito assoluto e molto divertente. Sono con i miei tre nipoti, mia sorella e mia cognata. Mentre mio fratello e mio cognato fanno un giro al centro commerciale, noi andiamo tutti insieme a vedere uno dei tanti cartoni di Natale, La principessa e il ranocchio, o come dice mio nipote di 5 anni, La principessa e il narocchio, o ancora, come dice mio cognato, La principessa è una racchia.

Senza successo, a causa della rottura del proiettore, avevamo cercato di vedere il medesimo film qualche giorno fa nel cinemino di paese. Ci abbiamo riprovato alla multisala, essendo subito sparito dai piccoli cinema di provincia.

Ed il film non ci ha deluso nel suo essere così classico e tradizionale. Non le meraviglie del 3D, non l'ironia adulta dei cartoni Pixar, non la trama a doppio livello di lettura tipica dei film di animazione degli ultimi anni, bensì un tipicissimo film Diseny, bidimensionale, colorato, inframmezzato da intermezzi di musica e mirabolanti coreografie, con un "cattivo" classico e un vero trionfo dei buoni sentimenti.

Liberamente ispirato alla fiaba Il principe ranocchio, che tutti conosciamo, la reinterpreta per darle un contesto jazz, un'ambientazione che abbia echi di contemporaneità (New Orleans e il Mississipi), azione e personaggi minori divertenti e caratterizzati.

E alla fine, quando Ray si ricongiunge alla sua Evangeline una lacrimuccia scappa pure (o solo?) a noi adulti, subito superata dal lieto fine.

Niente a che vedere, dunque, col fascino di Miyazaki (vedi la recensione a Ponyo sulla scogliera e a Il mio vicino Totoro), né con l'intelligenza di certi prodotti Pixar (qui la mia recensione all'ultimo Up), piuttosto echi di La bella e la bestia, Il re leone e altri classici Disney.

Non so se questo film avrà la stessa fortuna di quelli - forse no - ma certo ogni tanto fa piacere sapere che ancora si fanno i bei vecchi cartoni di una volta, poco o per niente post-moderni, che mantengono ancora intatto il loro fascino.
E vederli con tutta la famiglia in un indolente pomeriggio natalizio, come direbbe una nota pubblicità, non ha prezzo!

Voto: 3/5

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